Come sarebbe il mondo senza i Social Media?

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I social media permeano le nostre vite, c’è poco da fare.

I nostri telefoni son sempre pronti con le loro notifiche a richiederci attenzione.
Camminiamo spesso a testa bassa e rischiamo in continuazione di sbattere, inciampare o peggio ancora, di farci arrotare.

Chattiamo e scorriamo attraverso le nostre timeline in luoghi impensabili.
Diciamocelo: il telefonino è oggi in toilette quello che ieri era l’etichetta del bagnoschiuma.

E se d’un tratto tutti i social scomparissero? Cosa ci accadrebbe?

Non facciamoci prendere dal panico e ragioniamo per ipotesi.

Non potremo più fotografare il cibo (e altri cliché)

La scena è facile da immaginare.
C’è una tavola imbandita con ogni genere di leccornia. Ma perché nessuno mangia?
Alt, fermi tutti! Ancor prima di tuffarsi sui gustosi manicaretti c’è sempre la foto di rito.

Hai le papille gustative che hanno già cominciato a secernere liquidi, ma non puoi cominciare.

Prima dei Social Media non esisteva nulla di simile, ma quando c’è qualcosa che allunga la forbice temporale tra l’arrivo delle pietanza e il primo boccone portato in bocca, improvvisamente ti accorgi di questo strano fenomeno.
Quello per cui cominci a salivare, ma non puoi mangiare. E grazie a Google ne conosci pure il suo nome scientifico: riflesso pavloviano.

Ma non allontaniamoci dal campo base. Il cibo è sulla tavola e il/la maniaco/a delle foto vuole farne una per ogni singolo piatto, non solo al suo. Finito il rito possiamo finalmente passare alla tanto desiderata cena.

Senza i social media? Facile: i pasti cominciano al momento giusto e potremo dimenticarci la storia del riflesso pavloviano.

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E non solo.

Comincerai a vedere i concerti anziché fotografarli.

A fare il bagno a mare, senza vantartene con gli amici, specie se noi siamo in ferie e loro no. E viceversa.
E possibilmente eviteremo le foto delle cosce-salsicce, dei piedi, e qualunque altro elemento possa risvegliare i torpori degli aitanti feticisti digitali.

Le Fake News ricominceranno a girare utilizzando metodi più analogici

Di questi tempi c’è un gran parlare di fake news e di post-verità.

Sappiamo bene che i social media sono una cassa di risonanza notevole che dà spazio a fenomeni che diventano spesso, ahimè, virali. E che coinvolgono sia le notizie vere che quelle false.

Ma le fake news, così come le teorie del complotto e le leggende metropolitane, esistono da ben prima dell’era social.
Ve l’assicuro. C’è ad esempio chi non ha mai creduto nell’allunaggio.
E qualcuno ci ha fatto pure un libro che è diventato un oggetto di culto.

Prima non esistevano i social ed internet, ma esistevano “le voci di corridoio”.

Anzi, proprio grazie all’avvento di internet posso dire con certezza che molte delle immense balle che ci dicevamo tra noi adolescenti pre-internet, fossero, appunto, balle.

Ti ricordi quanta paura avevamo delle gomme da masticare? Inghiottendole si rischiava di morire.

E il pericoloso bagno a mare dopo aver pranzato? Questa raccomandazione la sentiamo ancora oggi!

Ma l’industria delle fake news alimentate dalla viralità dei social media, beh quelle non ci mancheranno. Robe come finti parenti di noti politici che sollevano la nostra indignazione poiché assunti da qualche parte a nostre spese; o notizie xenofobe costruite ad hoc per solleticare la nostra pancia. E compagnia complottando.

Di quelle, lo ripeto, non sentiremo affatto la mancanza.

 

Dovrai essere simpatico, brillante e intelligente senza contenuti altrui

Quello che spesso succede all’interno dei social è che ricondividiamo storie, immagini, frasi che non abbiamo composto noi. Immagini e notizie divertenti che pubblichiamo non per dare evidenza agli autori originali, ma perché siamo noi a voler passare, in base al messaggio, come divertenti, intelligenti, bravi, furbi.

Ci sta. Non c’è nulla di male.

Intrattenere la nostra audience con articoli e citazioni profonde, ci difende dal pensiero banale fatto (soltanto) di gattini e buongiornissimi caffè!!!

Ecco, quella cosa è finita. Peggio ancora se in chat sei solito condividere contenuti interessanti.

Ora ti trovi, ad esempio, a un primo appuntamento con una ragazza. Le prime impressioni, quelle che in chat quasi costruivi perché avevi il tempo di rispondere ed elaborare risposte intelligenti, ora dovrai darle con le tue vere forze. E lunghe pause di silenzio ti faranno sembrare un disadattato.

Dovrai attrezzare la tua mente.

Se lei ti chiederà “cosa pensi di me?” spero non tirerai fuori davvero dal marsupio il libriccino “100 frasi di Jim Morrison che ti svolteranno la giornata”.

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Gli imbecilli di Eco torneranno a farsi zittire al bar

L’immenso Umberto Eco sorprese tutti quando, dopo una lectio magistralis all’università di Torino, definì internet come un luogo che ha dato voce “a legioni d’imbecilli, i quali prima parlavano solo al bar dopo 2-3 bicchieri di rosso e quindi non danneggiavano la società (…) Gente che veniva subito messa a tacere e ora ha lo stesso diritto di parola di un premio Nobel”.

Ecco, posto che i social a questo punto non ci sono più, immaginiamoci per un attimo dentro quel bar.

“Ehi, sapete l’ultima?”

“No, Carlo raccontaci!”

“La sorella della cognata del veterinario del gatto della nipote di mia cugina! Ha detto che ha sentito dire da una signora mentre stava dal parrucchiere che la scienza ci mente e che la terra è cubica! Sai cosa significa?”

“Che bisogna cambiare parrucchiere?”

“No! Che se finisci su uno spigolo della terra rischi di morire infilzato!”

“Ma va là, Carlo, smettila. Conosci il gioco del telefono senza fili? Si sceglie una frase e la si sussurra a giro al nostro vicino, finché non ritorna al primo che l’ha detta, e che a quel punto dice ad alta voce. L’ultima volta che ci giocai la frase iniziale era predichiamo l’amicizia universale. Sai cos’è arrivato alla fine del giro? Prendiamo la mazza e un fucile a sale. Ecco con te va più o meno alla stessa maniera”

“Ma credimi la terra è cubica!”
A quel punto scatta un’amichevole manata sul cozzo, che zittisce Carlo.
La comitiva ride e tutti ricorderanno quel momento d’ilarità.

Insomma. Questi benedetti social sono la nostra croce e delizia!
Cos’altro potrebbe mancare in un mondo senza i Social Media? Suggeriscilo nei commenti :)

Autore: Antonio Parlato

Pedigree da ingegnere, propone variazioni sul tema di web writing, copywriting, content marketing, dissertazioni tecnologiche e tecnoillogiche.

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