Dark Social: cos’è e perché dovresti analizzarlo?

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Cos’è il dark social?

Il termine dark social è stato coniato nel 2012 da Alexis Madrigal in un suo articolo sulla rivista The Atlantic.

Per Dark Social si intende il traffico web generato da canali privati come chat o app di messagistica (Facebook Messenger, WhatsApp, ecc), messaggi privati dei social network e programmi desktop di posta elettronica.
In parole povere tutti quei contenuti che ricevete su canali non pubblici, ad esempio se fate parte di gruppi privati parliamo di dark social.

Se trovate un link interessante e invece di usare il tasto share o comunque invece di condividerlo tramite un post sui social, il link viene diffuso attraverso un copia e poi incolla su whatsapp, skype o via mail si tratta dunque di dark social.
E non si tratta di qualcosa di irrilevante: oltre l’80% delle condivisioni di contenuti nel web avviene ormai tramite canali privati, vedi il grafico (Fonte: RadiumOne).

Ma sia chiaro: non si tratta di un lato oscuro e negativo, bensì un lato nascosto della comunicazione social.

Qualche altro dettaglio più tecnico

I link condivisi pubblicamente contengono spesso il tag UTM ovvero qualcosa del tipo &utm_medium=social&utm_source=twitter. Questo fornisce una serie di informazioni riguardo lo strumento (ad esempio Twitter) che è stato usato per distribuire il contenuto. Questa informazione è assai utile ad esempio per Google Analytics.
Il Dark social invece non contiene nessuna informazione di questo tipo.

Bene. E quindi, perché il dark social è cosi importante?

Se sei un semplice utente della rete adesso che sai del dark social, hai solo ampliato le tue conoscenze, tutto qui.
Ma se utilizzi i social per fare business o per diffondere contenuti allora il dark social non solo è importante ma è fonte di preoccupazione: ogni condivisione tramite dark social è un pezzettino in meno di informazione riguardo l’interesse per un contenuto da parte dei lettori/followers o l’orientamento dei consumatori su alcune tematiche o prodotti. In pratica minore conoscenza della propria audience. Un po’ come procedere al buio.

Come difendersi

Un buon sistema è scoraggiare l’uso del dark social ovvero rendere semplice la condivisione tramite i canali social: pulsanti di condivisione ben visibili.
La seconda strategia è quella di usare metodi per riuscire comunque a tracciare il link usando i link abbreviati. Utilizzando gli short URL tramite strumenti come Bitly.

Leggi anche:  Come creare uno short URL professionale con Bitly

Se poi sei davvero un esperto allora puoi provare ad utilizzare strumenti ad hoc per monitorare il traffico e che riescono a tracciare le origini del dark social ed effettuare delle analisi.

Inoltre i brand possono fare buon uso della parte dark dei social per stabilire un contatto coi propri utenti:

  • Lead Generation tramite chat: sono un tipo generalmente nuovo di ad, che conducono l’utente a parlare con un social media manager dell’azienda direttamente in chat. Mi raccomando: siate gentili, pazienti e preparati!
  • Customer Care. Rispondere privatamente a un messaggio pubblico di un utente. Sembra contro-intuitivo, ma consente di relazionarsi con più rapidità alle richieste e ai problemi del cliente.

Per approfondire sulla tematica vi consigliamo di leggere i risultati del report di RadiumOne.
Il report si conclude con la seguente osservazione:

84% OF SHARING IS HAPPENING OUTSIDE OF SOCIAL NETWORKS
YET OVER 90% OF SOCIAL MARKETING $ GOES TO SOCIAL NETWORKS

Il Dark Social è un tema da non sottovalutare. E voi siete pronto ad affrontare “il lato oscuro della rete”? :)

Autore: spidwitblog

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