Spam sui social media: cos’è e come evitarlo

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Quando decidi di iniziare la tua avventura online hai un obiettivo: diffondere i tuoi contenuti. Anche in un progetto di inbound marketing, quando ti fai trovare da chi ha bisogno di te, l’obiettivo è cristallino: creare e far sì che i contenuti abbiano la massima portata. Però senza fare spam sui social media, questo è chiaro.

Ma per quanto possa essere chiaro il pericolo non è mai del tutto allontanato dalla gestione quotidiana dei canali. Perché c’è sempre il rischio di perdere di vista l’obiettivo e puntare solo sulla promozione selvaggia.

Il problema è anche una distorta percezione degli obiettivi. Puntiamo solo sull’aumento delle visite, sul numero delle condivisioni, senza prendere in considerazione che questi numeri sono inutili e “di vanità”.

Soprattutto se non vengono contestualizzati e sfruttati per raggiungere obiettivi concreti. Per fare questo c’è bisogno di una strategia di social media marketing in grado di gestire i flussi. Non tutto però segue questa linea, e spesso si manifestano veri e propri casi di spam sui social media. Ma di cosa si tratta?

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Cos’è lo spam sui social media?

Il concetto di spam è antico quanto internet e prende il nome da una nota marca di carne in scatola protagonista di uno sketch televisivo nel quale si propone in continuazione questa pietanza con diverse combinazioni gastronomiche. Puoi trovare la storia completa su Wikipedia, in ogni caso da qui nasce la similitudine con determinati atteggiamenti che internet ha permesso di amplificare e diffondere.

Spam sui social media
Origine del nome: la confezione della carne Spam.

Lo spam è un messaggio insistente, viziato dall’interesse economico e decontestualizzato. Con il passare del tempo è venuto a mancare il primo punto, quello della reiterazione: oggi basta insistere su un unico messaggio non desiderato per essere etichettato come spammer. Forse perché il fenomeno è talmente diffuso che ormai lo fanno in molti e siamo letteralmente bombardati da spam.

Le caratteristiche dello spam sui social

I punti essenziali dello spam sui social media – e su tutti i canali che riguardano il mondo del digital marketing – li ho già menzionati. Ma credo che sia giusto approfondirli con la dovuta attenzione. Il motivo? Per affrontare nel miglior modo possibile questo universo è giusto dare un riferimento chiaro a chi si affaccia in questo settore e rischia ancora di diventare uno spammer suo malgrado.

Messaggio reiterato

Lo spam è un invio ripetuto, costante, incapace di capire qual è la situazione e il livello di sopportazione. I casi peggiori sono quelli in cui c’è una sorta di inconsapevolezza del lavoro svolto: chi non conosce le dinamiche del social web rischia di usare Facebook e  Twitter come dei ripetitori monotoni di link e messaggi promozionali. E questo può diventare un problema importante, da non ignorare.

Post promozionale

Altro aspetto chiave dello spam sui social media: si tratta di uno spot commerciale, dedicato alla vendita di un prodotto o un servizio. Il contenuto non deve essere per forza legato alla vendita diretta, ma al tentativo di far fare un’azione precisa all’utente. Anche la continua richiesta a iscriversi alla newsletter, diventare fan di una pagina o visitare un articolo del blog può diventare spam, ecco.

Decontestualizzazione

Lo step più delicato e controverso: essere fuori contesto ti porta a diventare spammer. A dire il vero solo gli spammer più rozzi commettono ancora questo errore. Ormai i professionisti di questa pratica tanto odiata riescono a essere in linea con la discussione che si sviluppa. Scommetto che non provereste mai a vendere dei pannolini tech a un gruppo Facebook che raccoglie gli amanti dei fumetti giapponesi.

Tutti possono essere spammer oggi?

Certo, il confine tra ciò che si fa come semplice attività promozionale e lo spam può diventare molto sottile. Quasi labile. Ecco perché chi lavora ogni giorno con i social network dovrebbe fare molta attenzione ai dettagli. Il primo modo per correre ai ripari: lavorare con esperti del settore social media marketing, con persone che conoscono il linguaggio e le dinamiche del web.

Un social media manager con esperienza sul campo, sa bene come organizzare un calendario editoriale. E conosce le soluzioni per promuovere senza diventare un problema. Senza, appunto, diventare uno spammer da mettere nella lista dei disturbatori seriali.

Il modo migliore per scongiurare questa possibilità? Ragionare sul concetto stesso di inbound marketing, e diventare il contenuto utile che si cerca sul web. Non basta esserci, non è sufficiente pubblicare e fare blogging. Devi creare un progetto di content curation ampio attraverso i social per fare in modo che ogni canale diventi utile. Anzi, imprescindibile agli occhi dell’audience di riferimento.

Metti da parte la tua voglia di emergere, concentrati sull’utilità che può avere il lettore dal tuo lavoro di condivisione e creazione dei contenuti. Questa è la strada da seguire per superare lo spam sui social media.

Cosa fare per evitare lo spam

Il processo che ti porta a dribblare lo spam è semplice: non parlare di te stesso e mettere l’utente al centro delle attenzioni. Vuoi fare content marketing? Perfetto, fa parte della tua strategia e le attività social devono essere usate per spingere i contenuti. Nessuno ti vieta di usare la pagina Facebook o l’account Twitter per fare questo. Ma c’è dell’altro, puoi diventare spammer:

  • Sui tuoi canali social.
  • Nelle discussioni altrui.

Se lanci in continuazione solo i tuoi link, magari più volte al giorno, e proponendo solo messaggi aggressivi diventi uno spammer. E vieni placidamente ignorato dal singolo che silenzia i tuoi canali. Obiettivi falliti, questa è la realtà dei fatti. D’altro canto puoi diventare invasivo entrando nelle discussioni altrui, a gamba tesa, e proporre in maniera surrettizia il link commerciale al tuo prodotto o servizio.

Ecco, sei uno spammer. Ovviamente tutti possono sbagliare e ci possono essere dei casi in cui il confine tra spam e promozione coerente con il proprio profilo penda verso la seconda opzione (in fin dei conti tutti siamo qui per fare marketing). Però il sottile equilibrio non deve mai essere superato.

Per approfondire: come creare uno short URL professionale con Bitly

Hai già iniziato a lavorare su questi punti?

Sembra un mondo lontano quello dello spam sui social media, in realtà basta un attimo per diventare un problema per chi ti segue. Seleziona i post migliori. Usa strumenti come Spidwit per trovare nuovi contenuti da condividere sui social, selezionare ciò che potrebbe piacere.

E quindi fare un lavoro di content curation valido. Non devi usare i social solo per spingere i tuoi link, non devi parlare solo di te stesso e della tua azienda: lavora sulla qualità, questo è l’obiettivo per evitare lo spam. E diventare un punto di riferimento sui social. Sei d’accordo? Lascia la tua opinione nei commenti.

Autore: Riccardo Esposito

Sono un web writer e un blogger freelance. Mi occupo di formazione e scrittura online, lavoro ogni giorno per professionisti e aziende che vogliono sfruttare al massimo il blog.

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