Come fare video marketing sui social

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Il video marketing sui social network è un lavoro che può trarre in inganno. Il motivo? All’inizio si pensa solo al vantaggio concreto, alla possibilità di usare dei contenuti che funzionano. E che possono veicolare buoni risultati in termini di visibilità. Ad esempio, vuoi aumentare la portata organica su Facebook.

I video riescono a raggiungere buoni risultati e a conquistare l’attenzione degli utenti che si accalcano nella bacheca. Perché intrattengono, permettono alle persone di rimanere sulla piattaforma. Ovviamente rispettando alcune regole che danno risultati migliori come la durata e i temi affrontati.

Questo vale anche per altri casi ma il rischio è quello di confondere la pubblicazione di clip più o meno interessanti con il video marketing. Sono due cose diverse e in questo articolo ti spiego perché.

Da leggere: come fare un piano editoriale su Facebook

Obiettivi da raggiungere con i video social

Lanciare clip e animazioni su Facebook, Twitter e Instagram vuol dire improvvisare con la speranza di arrivare a qualche numero in più? Non credo, alla base c’è un piano editoriale con un principio chiaro: quali obiettivi vuoi raggiungere? Cosa devi ottenere da una buona attività di pubblicazione dei video online?

Puoi operare sul personal branding, sulla capacità dei video di diventare strumento di condivisione di contenuti capaci di promuovere il tuo nome. Oppure puoi usare questa soluzione per fare customer care.

E quindi anticipare le necessità. Pensa, hai un prodotto da vendere e un bel po’ di richieste che il pubblico fa al support. Prendi le domande più importanti e trasforma le risposte in contenuti video.

video marketing sui social
Quanti video vengono visti al giorno – Fonte immagine

Parlo di clip da condividere sui social ma anche da caricare su YouTube per poi embeddarle nelle pagine web. Così puoi creare degli articoli che si posizionano su Google quando qualcuno digita la domanda sul motore di ricerca. E magari puoi condividere l’URL via email quando la richiesta segue il ticket ordinario.

E alla fine puoi creare un piccolo support online da trasformare in glossario per i tuoi clienti e potenziali utenti. Come te la immagini una strategia di video marketing sui social? Io così, semplice e concreta.

Quali canali usare per creare i tuoi video?

Uno degli errori tipici di chi inizia a lavorare con i video social: abbondare ed essere su tutte le piattaforme. In questo modo si possono raggiungere tutti i risultati possibili e aumentare l’azione dei contenuti. Ma non funziona così. Bisogna essere selettivi e puntare solo sulle piattaforme necessarie per il progetto.

Che poi sono quelle che rappresentano al meglio il pubblico, e che racchiudono gli strumenti migliori per raggiungere il target di riferimento. Chiaro, in un’ottica di possibilità illimitate puoi pensare a una strategia diversa per ogni piattaforma. Se vuoi dare un’identità chiara al calendario editoriale il consiglio è semplice: individua i social utili al progetto e usali al meglio per creare buoni contenuti.

Che dovrebbero essere sempre diversi e con caratteristiche specifiche. Non pensare di usare ciò che hai fatto su YouTube per attirare l’attenzione della platea su Facebook e magari Instagram: realtà diverse, regole del gioco anche. A proposito, hai già individuato i pilastri qualitativi dei video?

Come registrare e pubblicare le tue clip?

Non perdere di vista il passaggio che ho appena suggerito: strade diverse vogliono contenuti differenti. Ci sono dei parametri che devi prendere sempre come riferimento quando inizi a lavorare sul video content marketing. Tipo? La lunghezza della clip: sui social la tendenza è quella di ridurre i tempi, a meno che le piattaforme non siano pensate per ospitare video particolarmente impegnativi.

  • YouTube.
  • IGTV.
  • Vimeo.

Questi social hanno dinamiche diverse rispetto a Facebook, Twitter e Instagram (nel quale si trova la IgersTv). Altro aspetto da valutare con cura è il formato del video, ci sono realtà che hanno bisogno del classico portrait per esprimersi al meglio. Altre che invece preferiscono il landscape. E poi devi valutare la presenza, qualità e sostituto dell’audio. Lo sai che una buona parte di utenti guarda i video senza voce?

Capita quando le dinamiche di fruizione si legano all’uso del cellulare e si guardano i video in qualsiasi occasione possibile. Questo significa che devi pensare non solo alla sigla, alla copertina e alla qualità della registrazione audio: meglio lavorare anche sulla possibilità di inserire dei sottotitoli ai video.

Non dimenticare l’idea di puntare sui live

Non ci sono solo i video registrati. Oggi si lavora molto bene sui contenuti in diretta. Lo puoi fare con buona parte delle piattaforme social e l’effetto è interessante: coinvolgi i soggetti in un’esperienza unica

Forse qualitativamente non perfetta ma con un vantaggio. Vale a dire la compresenza: siamo qui e ora, insieme. Il fatto che vedi sta accadendo e tu sei presente in quest’attività di video marketing sui social.

Scegli i KPI da monitorare per l’analisi dati

La differenza tra una strategia di video marketing sui social e una pubblicazione qualsiasi? Come risposta principale cito la presenza di key performance indicator, cifre in grado di rappresentare l’andamento di un’attività. Questi elementi sono indispensabili per valutare come proseguire il lavoro di publishing, quale direzione seguire e in che modo procedere per l’ottimizzazione definitiva del tuo content marketing.

Qualche esempio concreto?

Le metriche più banali sono le condivisioni, impressioni e visualizzazioni del video. Che poi rappresenta una misura difficile da valutare in modo oggettivo dato che, secondo marketingland.com viene conteggiata come tale dopo 30 secondi su YouTube, 3 su Facebook e altrettanti su Instagram.

video instagram
L’importanza dei video su Instagram – Animoto

Per questo un altro KPI più avanzato può essere il tempo di permanenza medio su un video. Quindi un numero che non tenga conto solo delle visualizzazioni ma anche della qualità di ciò che avviene durante la visione. Per approfondire questo punto si può lavorare su un passaggio ancora più interessante.

Parlo del CTR (click through rate). Sto parlando del numero di spettatori che fanno clic su una call to action proposta insieme al video. In modo da attivare un passaggio successivo e raccogliere i frutti.

Puoi rimanere notte e giorno a fissare il tempo di permanenza dello spettatore sui video, ma la migliore indicazione per capire se il contenuto visual è efficace o meno è legata alla CTA.

Come fare video marketing sui social network

La tua idea è quella di entrare in gioco con contenuti diversi dai classici link e superando la staticità delle immagini? Ottima idea, ecco perché in quest’articolo ho lasciato una serie di informazioni per avviare il lavoro di organizzazione, pianificazione, pubblicazione e analisi dei risultati. Un consiglio?

Mai svilire il lavoro necessario alla costruzione di un buon calendario editoriale video. Da integrare alle altre tipologie di contenuto, magari selezionate con Spidwit, che hai scelto per raggiungere il tuo pubblico.

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Autore: Riccardo Esposito

Sono un web writer e un blogger freelance. Mi occupo di formazione e scrittura online, lavoro ogni giorno per professionisti e aziende che vogliono sfruttare al massimo il blog.

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